domenica 31 agosto 2008

Nessuno dei momenti che ci ha fatto soffrire ci ha resi migliori.
Ora.
Si potrebbe dire, menomale che non ricordavi esattamente come sono andate le cose! Fin qui è ancora tutto chiaro, di sicuro dipende dall'alcool, e già, "che palle", ma quando abbiamo cominciato a bere la grappa, il Mezcal e chissà cos'altro abbiamo mandato giù, il reale ha preso a liquefarsi in una sorta di eterea melassa fatta di immagini, apparizioni, sensazioni alterate e follia, e sì, meglio ammetterlo, pura e meravigliosa follia.
E' andata così.

domenica 24 agosto 2008

Dietro di me non c'è nessuno, se si esclude la prepotente e meravigliosa presenza della passiflora che oramai ha fagocitato quasi tutto il cancello. Ma dietro al cancello non c'è nessuno. Che si tratti dell'ombra intravista poco fa...? E no, era già dentro, e poi le ombre non bussano. Ok, sono ubriaco, ragiono da ubriaco e come sempre, per fortuna questo è solo l'inizio.
"Tesoro mio, mi sa che ti sbagli. Non hanno suonato e non c'è anima viva nel vicoletto."
"Esatto."
"Le', so che certe presenze non si presentano con parate e squilli di tromba ma a parte un lieve cambiamento di intensità vibratoria avvertito poco fa in casa, direi che al momento non ci sia davvero nessun indizio di una 'manifestazione sovrannaturale'."
"Madonna Cla', quando vuoi sai essere di un fastidioso davvero più unico che raro. E da quando avresti la capacità di accorgerti dei 'mutamenti dell'intensità vibratoria'? Hai una percezione inaspettatamente profonda per un ominicchio che fa finta di essere un grande."
Ma che ti ho fatto, Claudia? Ci conosciamo da qualche ora e già mi hai dato contro ogni qual volta ne hai avuto la possibilità. Sono solo uno strafottutissimo essere umano, e non credo di comportarmi in maniera particolarmente spocchiosa. Il mio unico problema è vivere accanto a una Cassandra che mai sbaglia e sapere più spesso di quanto io voglia che degli avvenimenti, messa giù brutale, di merda, si stanno per verificare. E a volte non capire, tanto da aver dovuto chiedere aiuto a Eleonora in più di un'occasione. Non credo che questo faccia di me un uomo pieno di sé stesso, anzi, tutt'altro. Non ho nessun problema a chiedere una mano a chicchessia, e soprattutto, quando mi trovo dinanzi ad accadimenti tanto devastanti, faccio tutto ciò che è in mio potere per preparare le persone implicate a sopportare il peso di quel che sta per succedere. So di non poter cambiare il corso degli eventi ma per lo meno mi adopero a far sì che le "vittime" possano avere un vantaggio sulla mazzata in arrivo. Inoltre non ho mai, mai parlato a Monica di questa sua facoltà. Chi sono io per darle un simile peso? Come potrebbe andare a dormire sapendo che nel sonno vede cose che ancora devono succedere o svela misteri dietro cui gli uomini sono da sempre? No, non esiste proprio, mi è toccata 'sta croce e me la tengo, amo troppo quella donna per vessarla con un peso di cui non ha colpa, non se ne parla, non lo saprà mai. E io continuerò a fare il possibile per dare anche solo un briciolo di sostegno, un margine seppur ridicolo a coloro i quali riuscirò a raggiungere prima del destino. 
Claudia mi fissa con gli occhi lucidi, sarà un pò brilla anche lei? A me continua a sembrare che riesca a leggermi dentro, mamma mia che situazione del cazzo. La guardo e mi sento morire mentre lei non perde occasione di darmi addosso. Eppure so che non c'è solo quello che vede l'occhio, poco fa ha anche detto che mi sarà vicino in questo viaggio, in questa missione, in questa cosa... il mio cuore, quel grandissimo fricchettone d'altri tempi, non fa altro che cantare quando le sono vicino. 
Chi sei, ti prego, dimmi chi sei...
"Credo di sapere chi sia, ma se non vuole presentarsi, approfittiamone per continuare a parlare del sogno."
Ah già, il sogno. Bel sogno del cazzo, sore', sogno del quale non hai capito un accidenti. "Sognai così forte che mi uscì il sangue dal naso". Non apprezzo DeAndré, anzi, se avesse solo scritto poesie o romanzi forse lo avrei letto. Ma non lo ascolto. Non mi piace, capita. Anche se il sodalizio con Fossati ha dato vita a pezzi di grande valore. Comunque. Eleonora mi fissa, ha la forchetta nella mano sinistra tenuta dalla parte dei rebbi e la destra va avanti e indietro sopra il piatto vuoto.
"C'è qualcosa che non va. Claudia, chiudici all'esterno, altrimenti rischiamo di richiamare l'attenzione su di noi. Più di quanto il mio stupido amico non abbia già fatto, intendo."
"Eleono', ma allora ce l'avete tutt'e due con me? Mò che ho fatto stavolta?"
"Pensi di essere il mio unico amico...? Non ce l'avevo con te, rilassati, tra un pò capirai. Claudia, penso che basti switchare fuori Hatross, comunque se ti serve ho il Delmanejell nella borsa."
"Vai in giro con quel libro...? E se ti si aprisse all'improvviso?"
"Figurati, è chiuso con un laccio di pelle um... con un laccio che reca incise le parole di Baal, il giuramento di sottomissione alla IX Legio. Sto più che tranquilla!"
All'improvviso mi rendo conto che vivere vicino a Monica non è poi così terrificante in confronto ad avere accanto una di queste due pazze. Anche se devo ammettere che in più di un'occasione la mia amica nera ha dimostrato che il mondo è un plurilogo del quale non si avrà mai completa conoscenza, ed è sempre meglio non negare nulla per non trovarsi di fronte a forze non accettate, solitamente piuttosto incazzose nei riguardi di chi ha la faccia tosta di dirgli negli occhi che non esistono. Aiuto.

lunedì 18 agosto 2008

Freddo.

Che strazio questi morti. Ce ne fosse uno che ti da un'indicazione giusta. Da quando hanno smesso di vivere hanno smesso di ragionare. Qua sotto non si vede una mazza, e che cavolo.
Avranno una temperatura corporea non più alta di meno dieci, maledetti. Devo trovare la via d'uscita, altrimenti farò la loro fine. Ma non ci sono lucciole.
La vedo nera, porca zozza.
Ha gli occhi del colore del mare del mio amico Glauco. Il suo iride ride, ha migliaia di piccole labbra che si schiudono in un'espressione di gioia, voglia il cielo che ora muoia e per sempre ricorderò la cosa più bella che abbia mai visto, se la felicità esiste è in una bocca che si apre piano per sorridere. E' negli occhi di chi mi vedrà morire e io ancora non so nemmeno perché. E allora che sia adesso, perché non ce-
Il telefono. Squilla il telefono di casa. Claudia torna sotto il gazebo e io alzo il ricevitore.
"Pronto?"
"Claudio? Sono Adele, tutto a posto? Scusami, ti sembrerà folle ma mi sono addormentata al lavoro, per un nanosecondo, figurati, e mi sono svegliata con il bisogno di sentirti. Come va, Cla'?"
"'Dice, come va? E come vuoi che vada, va...', Adele, è un piacere sentirti, sarà un mese che non ci si vede, tu tuttapposto? Ma fammi capire, cos'è 'sta storia che mi dovevi chiamare, dai, voglio dire, insomma, è per la storia dell'ospedale, ve'?"
"No, davvero, mi sono proprio abbioccata davanti al computer come una pera cotta. Sai, questi giorni l'insonnia si è ripresentata prepotentemente per cui passo le notti a fare la fettina panata e la sveglia suona mezz'ora dopo che mi sono addormentata, per cui ogni tanto svengo. Sembro narcolettica, ti giuro. Per fortuna qui in ufficio finora non mi ha mai beccato nessuno!"
"E che ne sai? Magari ti hanno vista e non ti hanno detto niente perché chissà cosa avranno pensato. Si saranno detti, che vita farà 'sta povera ragazza, mannaggia, ma lasciamola riposare..."
"Stai facendo sul serio? Voglio dire, non ti capisco mica."
"E ti preoccupi? Io pure non ci sto capendo un cazzo ma me la faccio prendere bene, la vita è bella, si campa una volta sola, dopo l'inverno c'è la primavera e certo non rompo i coglioni al prossimo se non dormo. Ti ho mai rotto le palle perché la notte non chiudo occhio? E sfrutta il tempo costruttivamente, no, invece di inventarti una scusa stronza come questa per telefonarmi! Che c'è, Ade', che vuoi?"
"A Cla', mavvaffanculo, va! E io che mi sono pure fatta mille problemi prima di chiamarti... ma non è che è successo qualcosa e non me l'hai detto? Monica sta là con te...?"
"Adele, è stato un piacere."
Attacco e comincio a piangere. E piango senza un suono, solo lacrime solcano il mio viso, le mie guance, il mento, scavano canali che d'estate accoglieranno il mio sudore, neve sciolta che scenderà dai ghiacciai del massiccio del mio coriaceo cervello, enorme, inutile e cattivo come una multinazionale, MacDonald dei pensieri corrotti, fast food dell'odio per le persone che amiamo, ricettacolo d'ogni anemotività negata e di tutti i tormenti e le tormente mentali che c'hanno sopraffatto e ricoperti di merda e mosche, moschee i nostri esseri dell'essere troppo lontani da quell'interiore mecca che ripudiamo perché pieni di livore e incompresione che si fa violenza, crudeltà ignorante come il sesso del pappone, come l'ultimo giorno del serial killer o la lama rovinata di un vecchio coltello nelle mani di un suicida. 
Non so se stavolta mi perdonerai, ma sappi che anche a te devo l'essere ancora vivo. Anche se così ora vivo. Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo ma la tua presenza mi ha fatto evitare di fare cazzate grosse, molto grosse e mi sei stata accanto con grande tranquillità, senza mai capire il rischio che correvi, perché non pensavi che "è nella mia natura, non posso farci niente".
Mi chiudo in bagno, mi lavo la faccia e mi guardo allo specchio. Ho gli occhi rossi e delle occhiaie orrendamente nere. Ripenso al mio comportamento e non me lo spiego, non mi capacito davvero del motivo per cui l'ho fatto, è come se il mio doppelganger avesse preso il sopravvento, ma qui dentro siamo una cifra, chi cazzo sarà stato?
Il mio riflesso non risponde, continua a fissarmi e io faccio lo stesso. Penso ad Adele. Penso a Claudia. Penso a Monica. Mamma mia... meglio pensare a Claudia.
Tiro l'acqua ed esco, cerco di non barcollare, la Tequila sul mobiletto dei distillati cattura il mio sguardo, mi sembra che qualcosa ci si muova dentro ma non riesco ad avvicinarmi perché squilla di nuovo il telefono. Non rispondo. Lo fisso fino a che non smette. Dopodiché esco, scivolando sui gradini dell'ingresso. Le mie due ospiti si sbellicano dalle risate, a me fa male l'osso sacro ma a vedere anche Norma ridere come una pazza, mi unisco a loro fino a farmi dolere la pancia. Claudia mi alza da terra e mi sorregge, continuando a sghignazzare. Il calore del suo corpo mi turba. O forse è il suo seno contro il mio braccio. Ammazza che sise. Non c'avevo fatto caso.
Asciugandosi le lacrime, Eleonora indica il cancello alle nostre spalle.
"Claudio, abbiamo visite."
Eccomi.

Mi ha risvegliato in mezzo ai cadaveri. Questa me la paga. Come si esce da qui...?

venerdì 15 agosto 2008

Eleonora parla con Claudia. Sarebbe più giusto chiamarla Eleonera. Conosce un solo colore, o meglio, quello che li contiene tutti. Maglietta nera e jeans neri. Pantaloni neri e canotta nera scolorita. Gonnone nero, Rangers neri e giubbetto nero striato di una nuance più chiara. Anzi, meno nera. I capelli? Neri. Gli occhi? Esatto. Gli occhiali? Accetto scommesse. Non che Claudia ecceda col colore, ha una T-shirt grigio scuro con uno zombie che ti fissa con su scritto You Think You'Re Alive? Grasse risate. La minigonna è una striscia scura, un pò più cupa della maglietta, che insieme ai Marten's sei buchi neri fanno risaltare un paio di gambe stupende e dall'incarnato chiarissimo che toglierebbero il fiato a Majorca. Sento crescere la voglia di perdere il controllo e lasciarmi andare. Bere. E metodicamente lo faccio, senza dare troppo nell'occhio della mia amichetta, anche perché già dal secondo bicchiere ho sentito i bastioni della ragione cedere sotto il fuoco incrociato dell'alterazione etilica e del feroce assalto della libido che, dopo una settimana di deprivazione in ospedale, è pronta a far più danni di un esercito di mujahidin.
"Cla', sediamoci e mentre mangiamo cerco di farti capire in che storia sei invischiato. Fammi la cortesia di non cominciare a fare domande tipo 'ma io che c'entro?', 'chi mi ci ha tirato dentro?' e 'che cavolo posso fare?' perché non hanno senso, le cose stanno come stanno e fattene una ragione.
Dunque, cominciamo dal mio sogno che mi sembra un'evidente richiesta di aiuto. Ed eccomi qua, pronta a occuparmi di te. Più del solito, intendo. E non come speri tu, bello di casa, vedi di farti bastare il ricordo di avermi toccato una chiappa. Dicevo, aver sognato Ray Kappo è probabilmente l'unico punto non del tutto chiaro, anche se il fatto che sia induista lascia ampio spazio a diverse congetture. Ammetto di essere più propensa a pensare che abbia a che fare con il nome del suo ultimo gruppo, gli Shelter, ma non saprei neanche spiegarti perché. Per te ha senso?"
Finisco di versarle da bere e spero di non dimostrare subito in che condizioni verso.
"Le', che senso vuoi che abbia per me? Hai appena cominciato e non mi hai detto una mazza, scusa eh, continua e magari riesco a farmi un'idea. Poi forse capirò pure che cazzo c'entra Ray Kappo e de che morte moro, ma dammi qualche altra informazione, tipo che significa la lucertola con la corona in testa e io svenuto a terra. Svenuto o morto, tra l'altro...?"
"Anche questo è un punto oscuro: in sogno non avvertivo la tua energia vitale ma secondo me eri solo incosciente."
"Eleono', giusto perché so chi sei, ma stasera chiunque altro avrebbe cominciato a sbuffare e girare gli occhi per aria, fidati. Dici che mi spieghi il sogno però non capisci che c'entra il cantante degli Shelter, non sei sicura se dormo o sono morto, dimmi pure che la corona d'oro simboleggia il potere temporale della chiesa ma non ne sei certa perché essendo sospesa in aria potrebbe essere l'esatto contrario ovvero il regno dell'anticristo e cominci a far vacillare la fiducia che ho nei tuoi confronti, te ne rendi conto sì o no?!?"
"E tu che ne sai? Voglio dire, io l'ho chiamata corona, in effetti però era una specie di tiara. Ti si è formata qualche immagine mentale quando hai letto il messaggio?"
La guardo e non rispondo. Con calma e movimenti misurati prendo la bottiglia, riempio di nuovo il bicchiere di birra e tengo a freno un paio di battutacce che rischiano di scapparmi e rovinare un'amicizia importante come la nostra. Nonché il rapporto con l'unica persona che mi potrebbe aiutare e guidarmi semmai questa follia si dimostrasse ben altro che un delirio mistico-etilico. Claudia mi osserva, ha uno sguardo indagatore, mi sento analizzato ma è pur giusto che lo faccia, non ci conosciamo e così come io appena posso le piazzo gli occhi addosso, comprendo il suo atteggiamento nei miei confronti.
"Secondo me il nome è legato alla tua possibilità di uscirne integro. Shelter significa rifugio, e solo trovando non una via di uscita bensì il modo di difenderti, un posto dove essere al riparo e studiare con calma interiore tutte le tessere del mosaico, potrai arrivare alla comprensione ultima e a una possibile soluzione del conflitto."
"Ma quale conflitto? Claudia, ti prego, per me non è facile, io non sono come voi, normalmente è un casino seguire i discorsi di Eleonora ma se poi devo pure comprendere quel che vuoi dire tu, invece di avere spiegazioni mi ritrovo con un boato di dubbi in più!"
"L'unica cosa che ti fa dubitare è la paura di dover accettare di sapere da sempre di far parte di un disegno così grande che la tua mente ha sempre rifiutato ti fosse tanto chiaro. Devi smettere di fare il pischello, basta con l'atteggiamento ribelle da cretino che sa perfettamente come stanno le cose e non può tirarsi indietro, sono anni che fai il pusillanime, ora ci siamo noi due, non hai più scuse. E poi certo che non sei come noi, ma faresti una figura decisamente migliore se la smettessi di trattarci come stracci per i pavimento."
"Io? Stai scherzando...? Ho un rispetto per voi che nemmeno ti immagini, non mi conosci, perché pensi che mi stia comportando da presuntuoso, forse mi sto facendo fraintendere. Anzi, tutt'altro, mi fa incazzare a morte il fatto di non capirci niente e che per voi sia tutto normale e dobbiate perdere tempo a spiegarmi quel che sta succedendo, come se fossi un ritardato incapace di dare un senso a ciò accade dinanzi ai suoi occhi. Sai che c'è, vorrei solo che mi chiariste le idee per togliermi definitivamente dalle palle e fare quel che c'è da fare, se proprio devo..."
"Claudio Claudio, se fai così comincio a dare ragione a Giovannino, pensavo fossi una persona importante invece sei solo un coglione."
Perfetto, due centri con un colpo solo. Sanguinando, raccolgo i cocci e porto via la bottiglia vuota. In cucina apro il frigo e mentre ne prendo un'altra sono sicuro di sentire Norma parlare con Claudia. Per fortuna sono troppo preso dalla mia tristezza per aguzzare l'udito, chiudo lo sportello e mi giro, alla postazione al tagliere mi sembra di veder svanire un'ombra, rabbrividisco, scuoto la testa, vedo di nuovo l'ombra, chiudo gli occhi e quando li riapro ho Claudia davanti.
"Non sono una stronza e non sono una strega. Non sono tua nemica ma so di non essere al tuo livello. Non ti irretisco con complimenti e non ti invidio. Ti tocca la parte peggiore, quella sporca, il lavoro che 'qualcuno deve pur fare'. Ma non ti abbandonerò, non ti lascerò solo, sarò con te fin dove e quando mi sarà permesso. E adesso torniamo da Eleonora e sbrighiamoci a finire di mangiare, ho bisogno di caffé e altro, qualcosa di molto più forte della birra."
L'uomo è costituito al 90% di acqua, ma con le gambe di colla di pesce è difficile deambulare in mare anche per un'orata.

domenica 10 agosto 2008

Uscendo dalla cucina comincio a canticchiare Sober dei Tool e mi sento un coglione. Poi cerco di ricordarmi il testo e sento le viscere contorcersi. Mamma mia che colpo.

"There's a shadow just behind me, shrouding every step I take, 
making every promise empty, pointing every finger at me.
Waiting like a stalking butler who upon the finger rests.
Murder now the path is, must we just because the son has come.

Jesus, won't you fucking whistle something but the past and done?

Why can't we not be sober?
I want to start this over.
Why can't we dream forever?
I just want to start things over.

I am just a worthless liar. I am just an imbecile.
I will only complicate you. Trust in me and fall as well.
I will find a center in you. I will chew it up and leave, 
I will work to elevate you just enough to bring you down.

Mother Mary won't you whisper something but the past and done?

Why can't we not be sober?
I just want to start this over. 
Why can't we sleep forever?
I just want to start things over.

I am just a worthless liar. I am just an imbecile.
I will only complicate you. Trust in me and fall as well.
I will find a center in you. I will chew it up and leave.

Trust me. Trust me. Trust me. Trust me. Trust me.

Why can't we not be sober?
I just want to start things over.
Why can't we sleep forever?
I just want to start this over.

I want what I want.
I want what I want.
I want what I want.
I want what I want."

Ma io non so cosa voglio. Alle mie spalle avverto la presenza di Eleonora che mi fissa. E' un'ombra nera eppure non oscura i miei passi. Davanti a me, sotto il gazebo, Claudia ha apparecchiato ed è seduta a tavola. E' bella, tanto. 
L'Angelo Caduto è finito in Un Altro Incubo Rosso. Che pezzo incredibile. Che disco incredibile. Quand'è uscito Red, nel 1973? O nel '74...?
"Era il '74 quando pubblicavano questo capolavoro, ti rendi conto?"
E basta!

venerdì 8 agosto 2008

Il sapore della birra mi esplode in bocca come la bomba di Maradona. Dopo giorni senza toccare un goccio d'alcool, l'Heineken arriva subito a fare amicizia con le sinapsi, mani giunte dei miei poveri neuroni, e subdolamente porta con sé il dono della calma apparente, heir apparent del male a venire. Avvenire di cui non so nulla e spero che la mia amica folle possa farmici raccapezzare qualcosa.
Preda della gioia del tossico con in mano il ventino, attendo fiducioso guardando fisso Eleonora e Claudia con la coda dell'occhio. Un occhio a nove code come la frusta.
"Cla', la situazione è difficile. Pesante, anzi. Ci sono cose che non riuscirai a capire mai, cose così difficili da dirti adesso ma non posso non farlo. Il mio sogno è chiaro, grandi energie si sono messe in moto e le solite forze eternamente contrapposte si sono di nuovo gettate addosso il guanto della sfida. Tu magari pensi a 'Sfida Il Buio', a tutte le tue cazzate sulla politica e di come siamo manovrati da questo o da quell'altro e non ti rendi conto che siamo caccole negli occhi degli dei. Se questi si fanno rodere il culo e decidono di svegliarsi, la prima cosa che faranno sarà togliersi queste cispe del cazzo che gli danno solo fastidio!"
"Le', ascolta, non puoi cominciare dicendomi in maniera comprensibile e meno agitata cosa significa il tuo sogno?"
"Certo, giusto, hai ragione. Dò troppe cose per scontate. Claudia, quando pensi sia il caso di correggermi o aggiungere qualcosa, ti prego fallo."
Con l'insalatiera in mano, la guarda e scuote la testa.
"Io correggerti? Parla, spiegagli cosa sta succedendo, la mano sulla tua testa sai a chi appartiene, la tua lingua è un allodola che cerca nuove traiettorie nel cielo e i predatori non teme. La verità è una forza inarrestabile come il vento che sospinge i migratori, dai la possibilità a questo povero disgraziato di capire in che situazione allucinante si trova e non perdere tempo a pensare come dire ciò che deve essere detto."
Stai mettendo a dura prova il tuo fascino, ragazza.
Si blocca e mi guarda, seria. Mi cago sotto, nemmeno la birra allevia il momento. Non c'è incanto in me, solo paura. Ma all'improvviso sorride, chiude gli occhi e canta Fallen Angel seguendola dallo stereo.
Eleonora mi prende per un braccio.
"La conosco da qualche mese, è stupenda! Ma ancora non ha scelto la strada, è un perfetto enigma a volte ma troppo spesso dal Pozzo mi è giunto il consiglio di ascoltarla. Ha una forza impossibile, Cla', l'ho vista raggiungere luoghi dove io peno giorni per arrivare. E fare domande e ricevere risposte, ti rendi conto! E poi è così bella. Se deciderà di aiutarci avremo una grande alleata."
Ma come sarebbe? Una dalla "forza impossibile" potrebbe non essere dalla nostra? Ovvero rivelarsi un'avversaria? E poi comunque, dalla nostra in che...?
"Ok, ok, finiamo di portare fuori pane, formaggi e beveraggi e riprendi a darmi spiegazioni."
"Non esagerare col bere. E' un sacco che non lo fai, vacci piano, renditi conto di qual è il limite e fermati per tempo. Va bene? Lo farai per me? Per me, in realtà solo per te dovresti farlo."
Ma a me non me ne frega un cazzo, Eleono', sono già ubriaco dal primo bicchiere, come faccio a smettere, come faccio a fermare la valanga?
"Eleonora, come può uno scoglio arginare il male?"

martedì 5 agosto 2008

Non ricordo troppo lucidamente quel che è successo e come. Perché sia successo lo so bene, continuo a essere "così confuso e poco presente a me stesso, per chi lo faccio, perché lo faccio? So che non funziona e ogni volta ci casco, e allora risolviamo, amore mio ti amo perché tanto qui non serve a un cazzo". Benetti caro, più passa il tempo e più ti sento vicino, è un bene che non ci frequentiamo.
Potrei dare la colpa al Gaspacho lisergico di Eleonora, non ho la più pallida idea di che cavolo ci abbia messo dentro. Oppure alla reazione iperreflessa all'alcool per la mia forzata astinenza, o prendermela con quello stramaledetto guardone onniveggente che non riesce a dimenticare il nome della mia famiglia, certo, ma sarebbero solo ridicole scuse.
Nelle ultime ore ho letto e riletto i vari viaggi iniziatici che da adolescenti ci hanno risvegliato la coscienza, fatto maturare e conoscere quella sfera che adesso minaccia di insediarsi stabilmente nel mio povero reale. Quei riti di passaggio in cui i nostri eroi imparano a destreggiarsi tra i due mondi, novelli Garibaldini di Castaneda, camicia rossa come il culo di un babbuino e cuore nero come Fioravanti, ma non ho trovato conforto in Jodorowsky e i suoi assiomi psicomagici, nulla mi ha svelato l'alzare il velo di Maya. Ho finalmente capito quanta distanza c'è tra Roma (Roma la gran puttana, mamma Roma addio) e Auroville, nemmeno il buon Hillman mi ha dato conforto. Ho deciso che pure il mio amato Artaud non ci stava capendo un cazzo al paese dei Tarahumara, non scriveva in quel modo perché sotto la guida degli stregoni stava ampliando la sua percezione, ma non diciamo baggianate, siamo solo dei fattoni senza speranza. E cospargiamo di zucchero le nostre balle per potercele vendere e ricomprare ed essere felici illudendoci di essere riusciti ad arrivare ancora più avanti. Ma in realtà non facciamo altro che allontanarci, percorriamo la strada che ci allontana dal centro, dal nucleo, il nocciolo, hard core, e guardiamo felici verso l'orizzonte sperando che il sole per un giorno nasca con il nostro viso dentro. Vorremmo vederci risplendere ma siamo solo dei buchi neri. Anzi, io sono ancora una nana bianca.
Anirvinna, non credo più all'esistenza di una strada che passa per tutti i cuori. Anche se forse la freccia di Krishna potrebbe trapassarli tutti, e sarebbe una gran liberazione per ognuno di noi.
"Siddharta will walk with us, Shiwa will dance for us. We are gonna isolate the germ in desire".
Questo dovrebbe essere quel che è successo.

domenica 3 agosto 2008

Fare finta di niente può aiutare ma non serve. Quando le cose non vanno, l'immaginazione può fare irruzione nella tua vita quanto le pare (o quanto ti pare) ma la situazione non cambia. Il reale ti sbatte al muro, gancio destro, montante sinistro e ginocchiata nelle palle. Se sei fortunato è sinistro, destro, low kick, gomitata. Ma l'esito è sempre lo stesso, stacchi le spalle dal muro e sbatti la faccia a terra. In bocca il sapore del sangue diventa quello della birra spillata da un fusto che sta per finire, svampita ma con un che di ferroso.
Isolarsi dal resto del mondo in un guscio di egoismo. Vivere senza seguire i dettami del cuore. Soffrire a oltranza ma non cedere alla rigidità della logica.
Tool. Dream Theater. Joy Division.
Mi hanno sempre fatto cagare i Dream Theater.
Eleonora le avrà raccontato tutto? E seppure fosse? Lei che c'entra, sta a me decidere cosa sia più giusto fare, questo discorso è solo una scusa per non prendere decisioni. Ma io che cazzo ne so cos'è meglio per me! Non mi sembra di aver mai dimostrato una tale coscienza da riuscire a fare le scelte giuste, non mi sembra proprio. Ho la bocca secca, sto prendendo tempo ma sto perdendo tempo. L'angelo sulla mia spalla destra è Pinolo, il diavolo sulla sinistra è l'anima di Giacchettone.
"Non farlo!"
"Fallo!"
"Non bere!"
"Bevi!"
Claudia muove la testa come se stesse a Wimbledon, mò cos'è 'sta storia, mica li vedrà anche lei...?
"Per me una birra, è un sacco che non ne bevo."
I due parti della mia immaginazione spariscono e Claudia sorride.
"Birra anche per me."
Norma, che finora ha dormito di grosso, si sveglia e appizza le orecchie. O meglio, addrizza quella che ancora le ubbidisce. Ha avuto un otoematoma, per cui ora più che mai ricorda Mrs. Gibbons, la bull di Hotel Pastis. Si guarda intorno, ha uno sguardo strano, tra il sorpreso e il preoccupato, come se temesse stesse per succedere qualcosa che sa che non le piacerà. Fissa Claudia. Che la fissa a sua volta. Si alza, china la testa, piega anche l'altra orecchia e scodinzolando mestamente porta il capoccione tra le sue gambe. Lei la carezza, le sussurra una frase incomprensibile e la cana smette di muovere la coda e si sdraia ai suoi piedi. I suoi occhi mi cercano, mi trovano, mi chiedono perdono e mi abbandonano. 
Oh, ma un pò di banale e sano reale di questi tempi non me lo merito proprio?
"Penso di piacerle..."
A Norma? Chiedimi se ho mai camminato sui pezzi di vetro, potrei farlo sulle mani dopo avergli dato fuoco ed essermi tagliato le gambe. 
Ha gli occhi color mare. Menomale che non fa l'orafa. Oddio, non gliel'ho ancora chiesto...