domenica 25 ottobre 2009

25 ottobre 2009

Appunti di viaggio.

Non ce la faccio a stare lontano da Lies Irae, mi manca da morire.
Se è vero che ho smesso di scrivere schiacciato dal peso di certe assenze, nessuno mi impedisce di gestire diversamente i personaggi che hanno intrapreso un diverso percorso e riprendere il cammino dove l'avevo interrotto.

A Te auguro una vita perennemente illuminata dalla Stella del Cuore. La mia guida è e rimarrà Sirio, la Stella del Cane.
A Voi chiedo solo il tempo di rimettermi al passo con quella specie di Armata Brancaleone della mia allegra combriccola.
Ricomincia l'avventura.

Claudio

venerdì 10 luglio 2009

Ai lettori (...)

Buongiorno signori, spero tutto proceda per il meglio, l'estate è giunta e per molti di voi anche le meritate vacanze.
Mi dispiace ma chi mi sta seguendo non mi porterà sotto l'ombrellone o alle falde del Kilimangiaro, perché smetto di scrivere Lies Irae. Non ha più senso.
Giuro, mi dispiace e tanto ma per ora, e non so quanto "ora" durerà, le motivazioni e le pulsioni che mi spingevano a farlo sono venute meno.
Vivo in due dimensioni, questo è vero, ma in quella sensibile, nel cosiddetto mondo reale, un paio di eventi hanno svuotato di ogni significato il mio racconto.
Solo questo racconto, sia chiaro che continuerò a delirare su Canile inquieto insieme a Daniele, questa gioia non me la toglierà niente e nessuno.
Mi dispiace, davvero.
That's all, folks, ci vediamo di là.

Claudio

lunedì 6 luglio 2009

Per Dada

Inchiodo, mi giro di scatto e Merlin mi butta a terra saltandomi addosso. Siamo dall'altra parte ma resta pur sempre un cane clown, e dopo avermi dato quattro sleccazzate in faccia, si produce in uno dei più folli hucklebutt mai visti, da ridicolizzare anche il più famoso tra i bull scemi di youtube.
Mentre mi pulisco le chiappe e tento di ridarmi un tono davanti a Giacchettone che mi prende in giro con Claudia, mi accorgo che Pinolo sta parlando con una signora che non mi sembra di conoscere.
"Sì, signora, anche noi ci stiamo dirigendo al Pozzo, se vuole possiamo andare insieme. Siamo una compagnia un pò stravagante ma di sicuro di gran compagnia. E il cane è buonissimo, giuro, ha un aspetto inquietante eppure è il più fedele cavaliere della razza canina."
"Non so, qui è tutto diverso, così... strano. Ma non mi riferisco al vostro aspetto, ho visto di peggio, e poi con voi c'è Claudio, come potrei non fidarmi!"
Sento lo stomaco arrivarmi in gola e non riesco a respirare, a ragionare, a rimanere in piedi. Lo strazio mi devasta e il cuore mi scoppia, so benissimo chi è la signora, non è giusto!!!
Ricomincio a correre come un pazzo, urlo e piango e nelle orecchie risuonano le parole di mia sorella, "Non perdiamo tempo, vi prego... non perdete tempo e dite a chi amate quello che provate", è un loop, non si ferma, si ripete e si ripete, sempre più forte, così forte da farmi impazzire... Giacchettone mi atterra con un placcaggio degno di Ma'a Nonu e poi mi tira su per mollarmi un sonoro schiaffone a mano aperta.
"Ma che ti prende, Claudio? Le cose sono già così difficili di qua, e ti fai pure prendere da egoistici sentimentalismi? E' un bene che sappia quanto sei 'strano', altrimenti le avresti fatto provare di nuovo il senso di cesura e distacco da tutto ciò che amava. A volte mi chiedo perché non ti diamo un calcio in culo una volta per tutte."
"Anch'io me lo chiedo, e molto più spesso di te. Okay, torniamo là, farò in modo di starle vicino e cercherò di alleggerire il suo stato d'animo, okay?"
"Lascia stare, ci ha già pensato Pinolo. E comunque proseguirà da sola, così ha deciso. Trova meravigliosa questa diversità da quanto le era noto e vuole girovagare un pò prima di raggiungere gli altri. Con un sospiro ha anche detto che le ricorda un set cinematografico. Andiamo, dai."
"Non l'ho nemmeno salutata..."
"Meglio così."
Penso a Dada e mi tremano di nuovo le gambe. Ti sono vicino. Se solo potessi dirti che di qua c'è una gran pace, è uno spettacolo, va tutto bene, se riuscissi a far filtrare il senso di tranquillità e farlo arrivare fino a te, magari in sogno, per alleviare la tua pena, anche soltanto per assicurarti che c'è un seguito, il percorso continua, c'è ancora tanto da scoprire... ma conosco il peso della perdita, e mi rendo conto che le mie, come al solito, sono solo cazzate. Ti sono vicino, questa è l'unica cosa che posso dirti.
Claudia mi fulmina con lo sguardo e si gira, riprendendo a camminare. Pinolo mi mette una mano sulla spalla e abbozza un rugoso sorriso.
"Claudio..."
"Grazie. Ma non diciamo altro, zero parole, ora nulla ha senso."

martedì 16 giugno 2009

Merlin alza la testa, come se avesse sentito qualcosa. Muove le narici, volge lo sguardo verso destra, alle alte e lontane montagne che si congiungono con un cielo purpureo, quasi vinaccia dove le cime lo sfiorano. Un cielo inebriato dalle rocce.
"Sì, ineBriatore... andiamo, Squalotto, stiamo facendo tardissimo."
"Da quando anche tu leggi il pensiero...?"
"Ma no, non credo di potere, penso mi riesca solo con le menti inferiori, teh teh teh t-"
Non credo di avere mai corso così veloce.

mercoledì 13 maggio 2009

Norma dorme tra le braccia della Bianca. Continua a cullarla dolcemente, per paura che possa svegliarsi e riprendere a rincorrere Claudio dall'Altra Parte. Alla sua morte nessuno ne ha notato l'assenza, ma presa coscienza della scomparsa del suo padrone/aguzzino/amante/fratello/assistito/protege/idolo/dio, la bulla impazzita di dolore ha cercato di rincorrerlo nel viaggio verso quel territorio irraggiungibile dai vivi, il regno delle anime, dove dovrà dedicarsi alla parte più seria del suo lavoro, ovvero organizzare "La Resistenza" contro l'Orda d'Oro.
Poco è durata la sua corsa, e in preda a una furia cieca e devastante, aveva cominciato a prendere a morsi sé stessa, novella White Rabbit, per poter sparire da questa dimensione e raggiungere Claudio nell'altra. Fortunatamente, la saggia Bianca, che l'aveva seguita preoccupata (ben conscia della sublime stupidità della cana), era riuscita a fermarla nel suo autodistruttivo intento mostrandole una Pigna, l'Amuleto Dei Desideri di Norma. Una volta distrutto il coriaceo frutto, la povera piccola è svenuta tra le braccia della gatta, che ancora la culla sperando che al suo risveglio possa esser tornata Monica, l'unico essere umano in grado di tranquillizzare la povera, piccola orfana.
"Claudio... 'sei sempre stato un somaro ma eri simpatico'. Ha ragione l'Occhiuta Rana che beve vino, anche con me sei sempre stato gentile. Pure quando ti ho aperto la palma del piede perché ti eri avvicinato troppo, purtroppo per te non vedendomi, non mi hai tirato dietro la scopa come ha fatto Monica. E quando le ho dato quella ranfata sul naso, tu non hai cercato di appendermi a testa in giù come ha fatto lei. E sei stato buono, ti sei preoccupato di me quando ho avuto quel brutto problema alla ferita al collo. Sei sempre stato gentile... quindi adesso non fare il coglione, il 2012 è vicino, vedi di darti da fare con quegli stronzi degli Spettri Aurei! "
Maggi Mario accarezza le due sorde con tenerezza, cantando Non Sono Immaginario degli Afterhours. In lontananza abbaiano forte i cani, che si mettono a ululare al passaggio di un'ambulanza. Mario chiude gli occhi, il terzo occhio gli dice che la strega Eleonera e Monica stanno tornando. Per lei sarà il momento più brutto, dopo aver visto il corpo esanime dell'uomo che amava. 
Nel sonno, Norma sgancia un peto degno di Venticello. La Bianca schifata la molla e scappa, Mario sgrana gli occhi incredulo e Monica grida:
"NORMA!!!"

domenica 26 aprile 2009

Io, Maggi Mario. 

Non dormo mai, non sogno. Non mangio e non evacuo. Non faccio l'amore, non posso riprodurmi ma sono identico a tanti altri diversi da me, che sono stati e che saranno. Noi tutti amiamo, in modo assoluto e incondizionale, non solo chi ci ha creato ma le persone che ci ha detto di seguire. Non siamo angeli, gli angeli non esistono. Noi esistiamo da sempre. Si dice che il respiro che ha messo in moto l'immobilità del nulla sia stata la volontà del nostro creatore. E che due di noi l'abbiano scortato nell'infinita assenza fino alla fine, fino a ricongiungersi alla successiva espirazione di chi voleva che tutto cominciasse. Come un soffio. Siamo denti di leone. Dandelion. E come Tarassaco ci spostiamo leggeri tra i mondi, sospinti dalla volontà di chi ci ha immaginati. E non è l'unica affinità che ci lega alla pianta. Ma non è importante. Non ora.
Le due donne sono ancora insieme, così tristi, diverse nella loro disperazione. In una i sensi di colpa si mescolano all'eccitazione e all'euforia di un'azione imminente e inevitabile. Nell'altra la desolazione, la perdita e l'incapacità di accettare questo terribile cambiamento della sua vita, si scontrano con la rabbia cieca nei confronti dell'uomo che amava, autoelettosi vittima sull'altare della sua dipendenza. 
Monica si chiede perché tornare a casa. 
"Tornare" a casa senza Claudio non è un ritorno ma un incubo da cui non c'è modo di svegliarsi.
"Norma! Cazzo, e chi ci ha pensato a Norma...?"
Norma.

lunedì 16 marzo 2009

"Oh my goodness! You are crying, sir. But you are dead, aren't you?"
Come nei miei deliri etilici, anche il nonno di Norma parla. Ma in inglese, non ci posso credere, se possibile questa cosa è anche più folle.
"Dead men don't cry, sir."
Mi guarda negli occhi e mi rendo conto di quanto dei geni di questo dinosauro squaliforme ci sia in Norma. E comunque parlando di loro, "geni" è una parola grossa. Di tutti i morti...
"Merlin. Devo parlare in inglese o posso farlo in italiano?"
Continua a guardarmi senza rispondere. Cazzo, identico alla nipote, due ritardati. In effetti, la prima volta che ci incontrammo non pensai di essere al cospetto di uno dei massimi intelletti della razza canina. Praticamente un tronista: bello, nerboruto e stupido, tanto stupido. Nato per scopare e fare splendidi figli. Stupidi come lui.
Mi odora una gamba dei pantaloni, mi guarda di nuovo e se ne va scodinzolando verso Giacchettone.
"Ciao Merlin, good to see, everything fine?"
Il bull scodinzola e piscia su un rovo che urla un irato e sgraziato grazie e comincia a smadonnare.
"Ma tu dimmi, ci scappa pure la citazione dantesca. Ma si trattava di cagne nere, tu sei un coglione bianco..."
"I beg to differ, sir. If there is a... vabbé, facciamola finita. Parlo correttamente italiano, caro il mio stronzetto, bene quanto la mia nipotina. E ti dirò, se non bastassero le mie capacità linguistiche a fare di me qualcosa di più di un 'tronista', vorrei farti notare che l'episodio della Divina Commedia alla quale ti riferisci si svolge nel secondo girone del settimo cerchio. Virgilio e Dante si inoltrano in un bosco non segnato su-"
"Okay, Merlin, va bene, ho capito! Chiedo scusa per averti sottovalutato. Mi dispiace, ho sempre pensato che fossi un coglione buono a nulla, o meglio, buono solo per una cosa. Ma mi rendo conto di avere sbagliato. Ti prego di perdonarmi."
"Macché sbagliato, in vita ero esattamente l'essere che hai descritto. Solo post mortem ho acquisito questa conoscenza, e non si è trattato nemmeno di una mia richiesta, me l'hanno appioppata dicendo che un giorno avrei partecipato a qualcosa di molto importante con qualcuno di molto potente. Mi auguro di tutto cuore che non si tratti di te o di qualcuno di voi. Un morto, un pinolo gigante e una specie di spaventapasseri vestito da taglialegna insieme a una prostituta bulgara. Ma cos'è, il remake del Mago di Oz di Marcantonio Andolfi?"
"Touché. Però se ti azzardi a darmi un'altra volta della puttana vedremo se anche i bull morti piangono. Cavolo, sembra il titolo di una soap opera trash... e comunque sono italiana."
"Mmmh... se chiudo gli occhi e ti guardo, direi che sei più un'italiena. Hai qualcosa di strano, ragazza. Non sono sicuro che tu sia completamente affidabile. E di noi cani puoi fidarti per le questioni di fiducia, perdonatemi le ripetizioni."
Claudia lo fissa in cagnesco. Merlin regge lo sguardo e poi abbaia, scodinzola e torna a pisciare sul rovo che stavolta sbotta.
"Cane maledetto! Tu che pugnace fosti e fiero difensore d'umane vite, acconcio non mi tratti porgendo il culo e ricoprendo meco d'urina pestilenziale! Che Iddio l'arnese tuo immiserisca e secchi i tuoi lombi, poiché perso hai ogni retaggio regale!"
Per tutta risposta, il bull sghignazza e si allontana cantando "La Guerra Di Piero".
Io sono senza parole. E agitato. Non conosco per niente Claudia, le parole del nonno di Norma mi hanno messo una pulce nell'orecchio più grossa di quelle del cane di un barbone. Mi fido di lei solo perché è amica di Eleonora. Ma chi è realmente? E basandomi su cosa devo credere che mi abbia seguito per aiutarmi? Aiuto, anche di qua non c'è una cazzo di certezza. Ho anche un briciolo di paura. Il cielo s'è fatto bruno, color sangue rappreso. Rappresaglia del cielo, giunta è l'ora che la terra paghi. E nessuno sconto ci sarà per noi poveracci. Come al solito.
In un momento come questo a me che cosa viene in mente? Un proverbio riveduto e corretto dal mio amico Massimiliano dei Degenerhate: "la salma è la virtù dei morti".
Anche di qua sono un imbecille. Ecco, ora sì che ho una certezza.

mercoledì 4 marzo 2009

Non la smetto di guardarmi intorno, è tutto così strano, allo stesso tempo nuovo e mai visto. Il paesaggio mi ricorda tantissimo la parte di Nuova Zelanda dove Peter Jackson ha girato le scene di guerra de Il Signore Degli Anelli ma i particolari sono del mio Parco Della Caffarella e gli animali e un cielo così, beh, non credo di averli mi visti. Alla portata estrema dello sguardo mi sembra di aver notato più volte una specie di lampo bianco, come un'impercettibile saetta di nessun colore. Il cielo è grigio, senza nuvole, con molte sfumature ma fondamentalmente plumbeo. Che allegria. Eppure tutt'attorno i colori sono nitidi, vividi e non mortidi come ci si potrebbe aspettare. Non so che dire. Continuo a camminare.
Siamo peggio dell'Armata Brancaleone. Un morto, due persone inesistenti di cui uno un enorme pinolo, e una megafiga vestita (oggettivamente) come una zoccola.
Sono morto. E non mi rode il culo. Forse è questa la cosa più pazzesca di tutta la situazione. Sono finalmente calmo. Monica, dovresti vedermi adesso. Calmo, calmissimo, non più incapace di reagire positivamente a tutte le preoccupazioni e non più schiavo del mio maletiempo. Così sì che ti piacerei. Ma sono morto. Non mi viene nemmeno di bestemmiare. E se questo non dimostra che sono defunto...
Monica, Monica mia, dimmi che resterai nella nostra casetta, è là che Norma è cresciuta, dove sono i gatti che tanto ami e dei quali la tua Bianca ha ormai preso il ruolo di Padrina, il regno dell'Occhiuta Rana da me incoronata Sovrana Guardiana del Giardino e della Passiflora, il Fiore della mia Passione per te.
I morti non piangono. E allora cosa sono questi rivoli salati che sgorgano dai miei occhi? Che giorno è oggi? Non so nemmeno quando sono andato all'altro mondo... quando mi piangeranno i vivi ricordandomi? "Oggi è il dì che i viventi in lunghe schiere traggon pensosi e muti alle romite nostre dimore...". Perché mai qualcuno dovrebbe venire a piangere sulla mia tomba? Io non sono più tornato da mio padre dopo la sua sepoltura. Che schifo la morte.
Di nuovo il lampo bianco. Mi asciugo le lacrime e scruto l'orizzonte. Il cielo è divenuto ancor più plumbeo, e in questa cupa atmosfera Claudia e Pinolo che ridacchiano fanno uno strano effetto. Loro almeno stanno ridendo.
Giacchettone mi dà due colpetti sulla spalla e indica alla nostra destra.
"Sta arrivando un altro elemento importante della nostra missione. Lo riconosci?"
Ricomincio a piangere. Il lampo bianco che al momento è passato al piccolo trotto e ci viene incontro come un treno in miniatura è Look Me In The Eye Of Aricon, detto Merlin. Il nonno di Norma.

domenica 15 febbraio 2009

Io, Eleonora.

Eulogy

[...] He had a lot to say. He had a lot of nothing to say. We'll miss him. 

Esco in giardino per tornare al gazebo, pensando di sapere cosa mi avrebbe aspettato dopo la sosta in bagno, utile (questi bevono e si tengono tutto in corpo, io mi piscio sotto solo a guardarli) e vieppiù necessaria a non assistere direttamente all'imminente trapasso del beneamato designato dai miei cartigli.
Ma alzando lo sguardo la realtà mi restituisce, beffarda, un'eventualità ancora più struggente di quella che avevo cercato di evitare... come dire, tutt'altro che un dettaglio, in giardino vedo stagliarsi la giunonica figura di Monica che mi dà le spalle, cazzo!
"Monica! Non ti ho sentito entrare, ero in bagno... ma insomma, che mi dici?", e penso, mò come glielo spiego?
Mi risponde ma per non cedere all'emotività mi chiudo all'esterno, risparmio cuore e anima, non osteggio e non partecipo, non sento nemmeno le sue parole, i suoi occhi sono una muta, disperata richiesta in un quiescente mare di magma.
Continua a parlare, poi si irrigidisce e comincia a fare il diavolo a quattro. Non ho mai capito quest'espressione ma regge discretamente l'elevazione all'ennesima potenza della sua furia, e mentre comincia a devastare il giardino li vedo.
Vedo Claudio, sembra riposare di un sonno beato, e sento una frattura nel costato, il controllo delle mie confutazioni astro omnibus congiunzionali si blocca, migra in una bolla che rimane sospesa, come quella scena, la mia diga di scibile e futuribile frana e il dolore erompe, distrugge gli argini e scaturisce copioso sotto forma di acqua dai miei occhi, inarrestabile. 
Ma devo fermare Monica, potrebbe farsi male soprattutto ferire Claudia e non posso permetterlo. Ci sarebbero ripercussioni anche dall'Altra Parte, e lui non ha esperienza in quella dimensione, se non qualche sprazzo di "Altra Vita" indisciplinata e non capìta. Lei gli farà da guida, e anche se altri gli saranno accanto, solo di lei mi fido realmente, quindi con un Nodo Letargico immobilizzo la furia che, all'improvviso, si ferma e si accascia come un burattino a cui hanno tagliato i fili.
Claudio è morto. Quando muori ti passa la vita davanti agli occhi. Credo che la definizione sia più corretta per chi resta, non per chi se ne va... nel diluvio di lacrime affiorano impietose immagini che non fanno altro che alimentare la piena: le feste, le risate, le bevute, i pianti, le fughe, Claudio che allibisce al mio addormentarmi appena tocco il cuscino, la mitica manata sul culo...
La testa mi si spacca in tante dimensione: il gazebo, l'Orda, i ricordi, eco distanti della realtà, le parole di Monica riaffiorano.
"E' uscito da meno di dieci giorni, gesù cristo! Eleono', ma pure tu!!!"
"E io che c'entro? Come se gli potessi far cambiare idea quando decide una cosa!"
Deciso. Ma aveva deciso? L'idea di averlo spinto io ad andare insinua la maledetta frazione di secondo del dubbio... e la consapevolezza del sacrificio per una causa superiore a noi poveri mortali non lenisce il mio dolore.

[...] Come down. Get off your fucking cross. We need the fucking space to nail the next fool martyr. To ascend you must die. You must be crucified for your sins and your lies. Goodbye.

Ringrazio Eleonora "Eleonera" Asquino per avere scritto questo post.

sabato 31 gennaio 2009

"Signora, ci rendiamo conto del momento ma dobbiamo stringere i tempi, mi dispiace. Dicevo, il suo compagno ha lasciato scritto qualcosa o le ha mai espresso la volontà di donare gli organi alla sua morte?"
Non è vero. Non è possibile, ho appena visto portare via il cadavere di Claudio, sto per seguirlo, morto, ovunque lo stiano portando e questo stronzo cosa mi domanda? Calma, Monica, calma.
"Non ne abbiamo mai parlato ma il problema non si pone, non credo avesse un solo organo sano in corpo."
"Beh, questo sta a noi deciderlo. Voglio dire, il fegato certo non sarà in condizioni ottimali-"
"E il cuore gli è scoppiato, vuole farlo esplodere anche a me?!? Parli con sua sorella, noi non siamo nemmeno sposati, è a lei che dovete chiedere queste cose! Ho appena perso la persona che più amavo al mondo, a me non me ne frega un cazzo di cosa fare del suo corpo, dentro non c'è più Claudio, non c'è più! Chiamate la sorella, si chiama Silvia".
Gli si azzera la sensibilità a forza di avere a che fare con la morte. Oggi anche una parte di me ha smesso di vivere. Comincio un'altra vita, senza gioia e con la fatica della precedente. L'eredità dell'amore perduto è un fazzolettino bianco, orlato di pizzo e inutile anche per asciugarsi il sudore o soffiarsi il naso.
Eleonora mi aspetta in macchina. Vorrei che non ci fosse, che sparisse, che non esistesse. Vorrei che fossi stata io a vedere per ultima Claudio, non lei e quell'altra zoccola.
Tremo dalla rabbia e dal dolore, lei mi guarda con gli occhi cerchiati e disperati, non parla, piange in silenzio, si è tolta gli occhiali. Non avevo mai notato quanto fossero neri i suoi occhi.
"Vuoi che guidi io? Lo hanno portato al San Giovanni."
"Che presa per il culo. Lui avrebbe apprezzato l'ironia del fato. Che farà la dottoressa VanPelt, verserà una lacrima per il povero verme sconfitto o segnerà un'altra tacca sulla cassa comune delle vittime dell'alcool?"
Eleonora continua a fissarmi e piangere.
"Ma perché? Perchè? E tu come hai potuto non renderti conto di quello che stava succedendo? Voglio dire, sei venuta a pranzo da Claudio con la tua amica, e sapendo quello che aveva passato, almeno hai provato a impedirgli di bere? Lo so che nessuno gli può, cazzo, gli poteva fare cambiare idea ma tu c'hai provato a fermarlo? Gliel'hai detto che non doveva, che stava facendo l'errore più grosso della sua vita? Eleono' io non c'ero quando è morto, c'eravate tu e una sconosciuta accanto a lui, anzi solo quella stronza perché quando sono arrivata tu eri al bagno! Che fine è mai questa? Che modo è di morire, sbranato da un demone invincibile tra le fauci del quale hai deciso di gettarti... Le', questo è suicidio, Claudio ha deciso di morire!"
Accanto alla macchina, Maggi Mario si soffia il naso, con un piccolo fazzoletto bianco orlato di pizzo. Ha pianto, come la strega e come la donna del suo amico reale, presuntuoso ma fragile. La vorrebbe abbracciare, consolarla, rassicurarla, offrirle un té con i biscottini al limone che faceva mamma Luisa prima che la memoria le andasse in frantumi. Ma gli è proibito avvicinarsi, parlare con lei. Quando riuscirà a vederlo di nuovo, solo allora potrà provare a spiegarle com'è andata realmente e il destino che li attende. Il dolore li separa, lo stesso dolore che ora unisce le due donne.
Ma Norma...?

sabato 10 gennaio 2009

Nel sogno Claudio e io siamo in un enorme prato verde, con tante collinette erbose, sembra un campo da golf, ma alcune di queste hanno una porta e delle finestre alla base. Ti aspetti di vedere uscire Frodo da un momento all'altro.
Norma fa la pazza, corre e rincorre le farfalle, salta e cade come il più goffo dei topicane e si rialza abbaiandoci contro. Il sole è alto e tutti ci illumina come un amore splendido.
"Che meraviglia questo posto, Cla'."
All'improvviso una nuvola, il prato si oscura e la mia visione passa al bianco e nero. Un omone, un pò Commissario Maigret e un pò Nero Wolfe, esce da una casa-collina. Si toglie il cappello e si presenta.
"Buongiorno Monica, era tempo che ci conoscessimo di persona."
Mi volto verso il mio uomo ma è sparito, e anche della nana bianca nessuna traccia.
"Chi è lei? Mi conosce, è un amico di Claudio?"
"E già. Mi chiamo Mario, Maggi Mario. Credo che il buon Claudio le abbia parlato di me."
Il campo da golf è divenuto un parco giochi per bambini degli anni sessanta. Uno scivolo, due altalene, una giostrina e il signore coi pony.
"I pony! Adoro i pony! Dov'è Norma, la voglio portare a fare un giro!"
Ma Norma non c'è più, come Claudio.
"Mario Mario Mario, mi fai fare un giro sul pony? E dai, ti prego ti prego ti prego!"
Monica bambina tira il cappotto dell'omone che, con un sorriso malinconico, la mette sul cavallino.
E' felice, aveva dimenticato l'immensità di questi momenti, la più semplice e più intensa delle gioie. L'allegria, l'emozione dell'avventura, la paura che la fa sentire impavida e al tempo stesso la sicurezza che le dà la presenza di quel signore.
"Ti voglio bene, Mario!"
"Monica?"
E' la voce di Eleonora. Mentre riprendo coscienza, pian piano mi si schiarisce la vista. E' insieme ad altre persone mai viste. Che portano il camice. Claudio... Dio, no.