giovedì 27 marzo 2008

Monica mi raggiunge al bar. Solito patetico spettacolo della nana bianca che vede la sua dea e solito patetico spettacolo del nano pelato che vede la sua dea. Bella come sempre ma meno sorridente, prende una sedia e si prepara una sigaretta, senza alzare gli occhi dall'opera. 
"Stai con me fuori mentre fumo". Vuole parlare.
"Allora, com'è andata oggi?"
"Il solito casino, niente di che."
"E a casa? Cos'hai fatto oggi"
"Che vuoi che abbia fatto... ho letto un pò, ho perso tempo su youtube, sul sitarello di myspace..."
"E conti di farti aiutare?"
"Per...?"
"Sei un alcolizzato, Claudio. Un presuntuoso, arrogante alcolizzato. Mi consideri un'imbecille? A prescindere da tutto quel che fai per nascondere il tuo problema, non ti è mai venuto in mente che mentre dormivi in cucina potrei essermi svegliata e averti visto? E non ti ho mai preso a mazzate, come avrei voluto e avrei dovuto fare, non ho nemmeno cercato di svegliarti, una volta che l'ho fatto a casa vecchia mi hai aggredito come il peggiore dei cani rabbiosi, mai più. Ti ammazzi d'alcool, e io cosa dovrei fare, starti accanto mentre ti suicidi? Cosa vuoi che faccia, eh? Dimmelo, dai. A questo punto, visto che sono stata connivente finora, spara, dimmi cosa dovrei fare secondo te."
"Stai esagerando, Mo'. Anzi, stai proprio a esagera', ma come cazzo ti permetti? 'Ti stai suicidando, e io sono connivente', oh, ma che cazzo dici?!? Mi hai trovato a dormire in cucina, 'mbé? Quante volte da quando viviamo insieme? Ok, mi capita di esagerare ma perché la stai mettendo giù tanto dura? Io lo so cosa ti fa parlare così, anch'io se avessi perso un amico a causa del bere forse parlerei come te, ma stiamo parlando di me, dio bono, io non mi alcolizzo da mane a sera e non nascondo bottiglie dentro casa, non cerco in tutti i modi di nascondere l'odore d'alcool nel mio alito né uso il collirio per schiarirmi gli occhi! Oh! Falla finita ch'è meglio, guarda."
"Come fai a essere così falso...? Conosco perfettamente ogni tuo trucchetto, riconosco il tuo modo di muoverti e di parlare quando sei pisto e faccio finta di niente per non far finire ogni serata come finirà questa. E bada che il verbo "finire" porta alla fine, e non oltre, come Kaos. Sono stufa, Claudio, stufa, io non sono la tua compagna di sbronze, io non lo poggio il mio gomito sopra il bancone. E se è questo che vuoi, vai, il pub di Teddy ti aspetta, vai al Traffic, al Sinister, dai tuoi amici all'Init ma vattene affanculo lontano da me, via, tu, le tue bottiglie, le tue bugie e le tue scuse, tu e Norma, povera tesora che ha l'unica colpa di avere te come padrone. Cla', basta."
E adesso come glielo dico che è l'unico modo in cui riesco a sopportare il macigno delle sue rivelazioni sulle spalle? Non ho mai avuto li coraggio di farle pesare questo suo dono, non le ho mai detto che nel sonno svela misteri e prevede eventi (sempre e solo drammatici, mai un terno al Lotto o una schedina milionario, merda), e ora ho ancora meno cuore e fegato. Oddio, fegato ne ho da vendere, e ci farei un capitale. Ma è marcio, come il cuore del papa. E' ora di decidere, ridicolo pagliaccio triste, o tu o lei.

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