mercoledì 12 marzo 2008

Mi alzo e mi attacco al Gioacchino Danieli, vecchio compagno di sbronze. Ma non "passo il tempo e bevo vino", no, mi ubriaco e penso che tra cinque ore sarò davanti a quegli scassacazzi di visitatori che nemmeno immaginano cosa voglia dire andare da Paolo e dirgli "oh, lo credo che te puzza il fiato, c'hai il tumore!". Proprio lui, il vegano, la persona più atletica e irreprensibile che conosca, zero dipendenze, giusto qualche canna ogni tanto. Bevo e penso alle cazzate sparate insieme, ai giri fatti fuori in bici. E comincio a fare brutti pensieri, ma davvero infami. Tipo, menomale che non è un amico stretto, per fortuna non è fidanzato, menomale che non è toccato a Francesco... che merda. E il livello del Danieli cala. E la mia pezza sale. Comincio anche a ridacchiare, sparlo sottovoce per non svegliare la signora e spero che non si risvegli la pitonessa. Ma proprio a me doveva capitare? Però sghignazzo. "Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del re, e Franti rise". Dio Franti, che cazzo c'avrai da ride'!
Mi addormento con la testa sul tavolo della cucina. Ma suona la sveglia. Mezz'ora di sonno. Caffé. Niente doccia. Un'occhiata allo specchio, mamma mia che cencio.
Sullo specchio ho scritto "Rinuncia Al Dolore", sperando che vederlo scritto tutti i giorni mi aiuti a convincermene. Mi fa male tutto, come faccio a dimenticarmene? A Cla', ma vaffanculo.

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