giovedì 13 marzo 2008

La giornata va dignitosamente. Soprattutto il fenomenale afflusso non mi da tempo di pensare alla nuova rivelazione. Ho a che fare con stranieri che non parlano né leggono l'italiano per cui le paline con le informazioni sono del tutto inutili per loro, affronto torme di adolescenti mugghianti e terribilmente disinteressati a Sebastiano Del Piombo e probabilmente a tutta l'arte, dalle grotte di Altamira a Enzo Cucchi, passando per i dolori di ogni giovane verme e le lacrime alcoliche di Pollock e Rothko. 
Pausa alle due, un solo pensiero in testa, lo Stalker di Tarkowskij e la solita domanda, perché continuo a stare con lei? Monica significa solitaria e Claudio zoppo, che cazzo di senso ha tutto questo? Ho già difficoltà ad andare avanti e sopravvivere, pure da solo, che senso ha portare avanti questa relazione che se prima era una storia d'amore, ora è un rapporto di devozione e sudditanza? Perché devo portare sul groppo le sue verità, il peso di cose che sarebbe meglio non sapere, che non vorrei sapere? Sento il dovere di divulgare, rendere noto alle persone di cui lei parla quel che gli sta per accadere. E muoio ogni volta, e ogni volta risorgo per morire di nuovo. Basta.
Una signora anziana mi porge un fazzoletto di carta, non mi ero nemmeno reso conto di piangere, la ringrazio e sorrido. Lei mi prende la mano e scuote la testa, dice delle parole che non capisco, sicuramente in una lingua dell'europa dell'est. Ha gli occhi talmente chiari che è difficile fissarli. Mi dà tre baci e va via. Mi sembra di avere sei anni, la signora diventa mia zia Gina, una delle donne più buone che abbia conosciuto, e mi bacia sulle guance dicendo che ci sono brutte persone al mondo, però non mi devo preoccupare, la bicicletta che ti hanno rubato te la ricompra zia.
Ma a me non hanno rubato niente, sono io che dò via la mia vita perché quello che mi viene rivelato non posso tenerlo per me, le persone in questione devono sapere, devono essere in grado di affrontare i problemi in arrivo con un minimo di margine, anche se rimarrà comunque una cosa terribilmente difficile.
Angelo non fa domande, ha buoni occhi e un buon cuore, è preoccupato ma io sono un cazzone anche quando sto male e riesco a illudere me stesso di averlo convinto che non c'è niente che non vada. Che fortuna lavorare con persone come lui e Tonninno e Faith.
Chiudiamo. Vado via e mi fermo al veriprofescionalbarett dove prendo sempre l'aperitivo. Andrea mi conosce bene e non chiede niente. Pago, abbozzo un sorriso e il suo compagno mi chiede se poi torno.
"A che ora chiudete stasera?"
"Verso mezzanotte, ma vieni prima se vuoi bere qualcosa, ieri abbiamo chiuso alle undici perché non c'era un'anima. Che succede, Cla'?"
" Va tutto bene. Non fare domande e non avrai bugie."
"Mentiresti anche a me?"
"Adesso non ce la faccio a raccontarti quel che sta succedendo. Ma dammi tempo, Fa', dammi tempo e ti dirò qualcosa."
"Lo sai tu. A più tardi."
Monica lavora, per fortuna, siamo solo io e Norma a casa. 
Norma dorme. La mia cana sorda mi strappa il cuore. Un cane che potrebbe fare a un essere umano danni inimmaginabili quando si sveglia e trova qualcuno davanti a sé, l'unica cosa che riesce a fare è scodinzolare. Menomale.

Nessun commento: