sabato 12 luglio 2008

Non mi sarei mai aspettato di poter parlare con King Kurtz. Tantomeno insieme a Tory Lane e Tori Amos. Che sono le sue due bull mastiff. Due gigantesche molosse, sdraiate ai lati dello scranno su cui è assiso il grande Kurtz. Il grande Re. Il grande Khan. Non ha il volto di Marlon Brando, manco per niente, sembra più un enorme mango con un sorriso intagliato nella buccia. Mi fissa, senza occhi, e non parla. Le due mastiff si girano verso di me dopo aver smesso di grattarsi le orecchie e aver scrollato la testa. In lontananza risuona un rullare di tamburi. Mi viene in mente il deserto, un chioschetto di Calippo in culo che non si scioglie e Mastella. Kurtz mette una mano sulla testa di Tori che comincia a ringhiare, ringhia sempre più forte, più forte, sembra diventare un trattore, poi dal trattore parte un allarme, assordante, sempre più forte, più forte piufforteeeeeeee-la sveglia.
Monica deve andare a lavorare, chi ci pensava. Non ho sentito i miei capi in questi giorni. Non mi faranno storie, sono delle brave persone. Angelo mi ha detto che anche a lui non hanno fatto domande. Un ricovero non è una cosa di cui scherzare. Uno come me non è qualcuno su cui scherzare. Si alza. 
Mi sveglio. 
Ad occhi chiusi la sento muoversi. Cerco di riaddormentarmi. Ho un flashback incredibile: sono malato e i miei mi hanno messo nel loro lettone. Ho una febbre altissima e le allucinazioni. Vedo King Kurtz con le sue due bull mastiff. No. Aiuto. 
Mi sveglio. 
Monica si è alzata, si sta preparando. Norma è in cucina con lei. Mi viene in mente mio padre, quando ero piccolo si alzava prestissimo e si preparava il caffé. Mi svegliava il suo girare il cucchiaino nella tazzina. Anche lei sta girando il cucchiaio nella tazza d'orzo. No. Aiuto.
Mi sveglio. 
La abbraccio, ancora non si è alzata. Si deve sbrigare, cavolo. Glauco la sta aspettando, devono finire dei lavori, una commissione, una vera cagata ma son soldi. King Kurtz gli ha ordinato una ventina di medaglie con il ritratto di Chef di South Park in bassorilievo. La bacio sul collo ma lei all'improvviso comincia a gridare. No. Aiuto.
La sveglia suona a un volume allucinante.
Mi sveglio. 
Poi mi risveglio. 
King Kurtz mi fissa negli occhi. 
"The horror, the horror..."
Marco Colonna sorseggia un porto bianco accanto al mio letto, vicino a lui. Ha il mio anello e il mio fermacravatta, lo sguardo più lucido di quando era vivo. 
"Sei nella merda, frate'. Non sei alla loro altezza. Che cazzo credevi di fare?"
"Marco, che sta succedendo? Io non ho fatto proprio niente, non so nemmeno di che state parlando tu ed Eleonora, e te oltretutto sei morto, Ma', sei morto, 47 MORTO CHE PARLA!"
"Ti voglio bene, Cla', quel che voglio dirti è che questo non è il tuo campionato. Tu puoi spaccare il culo ai Pulcini, al limite alle squadre in Categoria però qui stiamo parlando di Coppa Dei Campioni. Fatti aiutare, frate'. Oppure vieni su a parlare con me e Marco il roscio. Non è venuto perché un glicine del cazzo gli sta soffocando la passiflora, l'ho visto accendere il lanciafiamme, non vorrei essere al posto di quell'infestante viola. 'Adoro l'odore del napalm di prima mattina... ha il profumo della vittoria'..."
Apro gli occhi con una gioia che non provavo dall'epoca in cui dormivo quanto mi pareva e piaceva perché non avevo un cazzo di meglio da fare. Il soffitto è sempre lo stesso, quello che fissavo quando avevo la febbre alta e deliravo e Monica stavolta si è alzata per davvero. Devo telefonare ai miei capi per dirgli quando tornerò a palazzo Venezia. Ho già perso abbastanza soldi. Ho già perso abbastanza. Ma non ho perso definitivamente, anzi, ancora non c'è stato il primo scontro. Così come dovrei rinunciare al dolore, semmai negherò la sconfitta, come Speaker Dee Mo.
Va tutto bene, va tutto bene. Sono sveglio. Stamattina vorrei non amare nessuno, nessuno. 
Papà, Big Fish, stai bene? Mamma, tutto a posto sulla tua nuvola rosa? 
Claudi', quanto stai male. I fiori dei cardi sono appassiti, il loro splendido colore è ormai morto, anche il gambo si sta piegando. Come le tue gambe, sotto il peso di tutto ciò che non sai. In cucina, le mie due amate scherzano tra di loro. Mi si spezza il cuore. Non voglio amare nessuno. Non voglio amare nemmeno loro. Non mi alzerò, ho deciso.
"Cla'?"
"Arrivo."

1 commento:

Anonimo ha detto...

A me me piace...
Max