domenica 6 aprile 2008

Le prime due facce che vedo, oltre a quella del dottor House che mi ha salvato la vita, sono quelle di Glauco e Daniele, ho un capogiro e vengo investito dall'onda anomala provocata da un deja vu di proporzioni apocalittiche. Ma ora sono io a star male e non reggo, mi scoppia il cuore, la stanza gira e non ha più pareti ma alberi che si schiantano sotto il muro d'acqua che si abbatte su di noi, aiuto qualcuno ci aiuti non respiro affoghiamo...
Vomito per interminabili minuti imbrattando anche i pantaloni di Daniele, per fortuna non stava in bermuda, mi attaccano una flebo al braccio per compensare la perdita di liquidi e Glauco è il primo a parlare.
"Hai cambiato aperitivo?"
"Bono, Gla', non vorremmo mica ripetere l'esperienza, no?"
Daniele canticchia: "gettarsi a piedi pari nella vasca del Campari..."
"Stronzo. Come va?"
"Tutto bene, e tu? Quando Monica ci ha chiamato pensavamo che fossi entrato in coma etilico e ci siamo davvero cagati sotto. Siamo arrivati che avevano appena finito di farti la lavanda gastrica ma a giudicare da questo simpatico spettacolino, direi che non sia stata una tra le più accurate."
"Monica...?"
"..."
"L'abbiamo mandata a casa. Considera che hai dormito per più di mezza giornata. Ti è stata vicino tutto il tempo, era uno straccio."
"Ma che cazzo fai, Cla'?"
"Che faccio, Danie', che faccio? Bevo. E qualche volta esagero. E stavolta ho esagerato di brutto, mamma mia come sto, mi fa male tutto."
Ma soprattutto il cuore. E in quel momento quel muscolo di merda che non posso controllare si mette a cantare, una canzone così bella e triste che sbotto a piangere come un vitello, fiumi di lacrime mi scorrono sulla faccia e si mescolano al moccio che sgorga a fiotti dal naso, sono rosso in faccia e sembro un bambino con la capoccia grossa che pian piano si sgonfia tirando fuori tutta la paura e l'orrore provato.
Si siedono entrambi sul letto e Glauco mi stringe malgrado lo schifo che mi ricopre il viso. Apro gli occhi e attraverso la cataratta di lacrime intravedo Giacchettone e Pinolo che si stringono spalla a spalla, uno con la testa contro il guscio dell'altro. Ma non può essere, Pinolo ha ucciso Giack, com'è possibile? E all'improvviso mi rendo conto che questa è la realtà, non può essere, io sono all'ospedale e questo è il mondo della veglia e non il mio universo etilico, tutto è reale, io compreso, non sono Maggi Mario!
Perdo conoscienza e per fortuna non sogno. Ma sono sicuro di aver sperato durante il sonno di non risvegliarmi. 
Vicino al San Giovanni, l'ospedale in cui mi hanno ricoverato, c'è il Calvary Hospital, dove portavamo mio padre per le ultime cure prima che il tumore avesse il sopravvento. Io e lui ci siamo sempre chiesti come cazzo puoi chiamare un ospedale "L'Ospedale Del Calvario". Pensavano che l'avremmo trovato ironico?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tuffarsi a piedi pari nella vasca del campari...
Peccato che dentro al bagno si scivola e non riesco mai ad entrare sano nella vasca!
Dindaro Busbani

Anonimo ha detto...

Chi è Dindaro Busbani?